Lo cantava Vasco Rossi nel 1987 in una sua bella canzone “C'è chi dice no” e oggi sono molti a dire di no agli Emofilici in merito a diritti sanciti dalla Costituzione (art. 3 “... Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge...” e art. 32 “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”): lo Stato, i Magistrati, gli Onorevoli ...
Lo Stato dice no al papà per il riconoscimento di un risarcimento... (si dice così...) per l'uccisione del suo figlio Emofilico, determinata penalmente da epidemia colposa, e per rendere ancor più dolorosa questa ingiustizia inventa la prescrizione breve (5 anni) correlata a un reato minimo di lesioni colpose, mentre lo Stato medesimo, nella causa contro le Industrie Farmaceutiche, pretende il reato dell'epidemia colposa con prescrizione massima (15 anni). È triste constatare la palese incoerenza dello Stato nella due situazioni...
I Magistrati dicono no, salvo qualche rara eccezione, nelle cause di richiesta di risarcimenti per la morte di Emofilici per epidemia colposa, pur in presenza della sentenza 11 gennaio 2008, n. 581 della Corte di Cassazione a Sezioni Unite, la quale affermava, da un lato, che il Ministero risponde per il contagio da HIV, HCV e HBV a partire dalla data di conoscenza della (sola) HBV, considerando AIDS, epatite C ed epatite B un unico evento lesivo, e, dall'altro, che il rischio di trasmissione di epatite virale era “già ben noto sin dalla fine degli anni '60 - inizi anni '70”. Nonostante la sopraccitata sentenza, il giudice ha la possibilità di decidere se accettare le linee della Cassazione o meno, per cui le disomogeneità esistenti in giurisprudenza in tema di delimitazione temporale della responsabilità del Ministero della Salute sono purtroppo evidenti e molto spesso a danno dell'Emofilico deceduto.
Gli Onorevoli dicono di no, nel senso che nessuno vuole assumersi l'onere di evidenziare le gravi ingiustizie che gli Emofilici stanno subendo (quasi tutti non sentono, non vedono e non parlano...), chi si è fatto avanti, dopo che il Governo ha cambiato opinione inserendo un limite illegittimo di 5 anni, è stato il Ministro Balduzzi che aveva assicurato un incontro tra tutte le Associazioni e che si sarebbe impegnato a istituire gruppi di lavoro per risolvere il problema, era l'anno 2012 e tutto è finito. Purtroppo dobbiamo prendere atto sulla nostra pelle che le promesse fatte e gli impegni presi dalle “persone onorevoli” sono peggio della carta straccia: il nulla assoluto!
E allora dobbiamo proprio gridare che in questa Italia “C'è qualcosa... che non va...”, avevi stramaledettamente ragione tu Vasco un quarto di secolo fa, nel 1987, e da quel tempo ne è passata di acqua (bianca, verde, rossa, arancione, ecc.) sotto i ponti.
Ma cosa si può fare per cambiare rotta e qui ci viene incontro la profonda saggezza dell'amico Brunello Mazzoli (redattore di “EX” una rivista che pone massima attenzione ai problemi degli Emofilici, Talassemici, ecc.) con due concetti chiari e importanti:
“La difesa dei diritti dei più giovani passa anche attraverso il rispetto di tutti gli altri, quelli che si sono trovati a dover combattere prima contro la malattia, poi contro le infezioni e oggi non vedere riconosciuti i loro diritti o peggio, vederli calpestati da decreti oltretutto illegittimi.”
“Chiedere insistentemente la difesa dei diritti significa anche difendere ciò che abbiamo acquisito, soprattutto in termini di assistenza e di cura. Significa soprattutto difendere i giovani ed i ragazzi, affinché non debbano più soffrire per colpe o errori non loro.”
Dobbiamo analizzare bene questi due concetti, perché sono di un'importanza incredibile. Se non facciamo quadrato tutti insieme, soprattutto con le nostre rispettive Associazioni, e se non lottiamo per salvaguardare i nostri diritti peraltro costituzionali, ma conquistati comunque con molte battaglie impegnative, quella che ora sembra essere una situazione ottimale per la cura dell'Emofilia, in men che si dica lo Stato potrebbe riportarci indietro di tanti anni, come è successo con la prescrizione che da 15 anni è passata a 5 anni in un batter di ciglia.
Alleghiamo un file dove sono riportati due articoli del 15 Febbraio 2013 su “EX” della dott. Giulia Massari (dello Studio Legale Calandrino) “La Responsabilità del Ministero Della Salute” e del redattore di “EX” Brunello Mazzoli “Dalla Costituzione della Repubblica: lo Stato tutela la salute dell'individuo”.
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